L’Ultima Spiaggia

Oggi è successo qualcosa a cui non avevo mai assistito.

Ho gli occhi arrossati, fatico a tenerli aperti. Bruciano; ma ancora di più bruciano il senso di impotenza, il senso di vergogna e la tristezza profonda che serpeggiano avvolti da questo odore di fumo che ancora mi porto addosso.

Oggi era una bellissima giornata di sole e cielo blu. Un Libeccio un po’ prepotente, ma piacevole in riva al mare.

Per la prima volta quest’estate ho trovato un’acqua cristallina e mi sono tuffata. Ho nuotato, nuotato sempre avanti, noncurante delle grida dei bimbi che, ogni volta che mi allontano, iniziano a urlarmi di rientrare a riva.

Quando mi sono fermata e ho rivolto lo sguardo alla spiaggia per scorgere la loro sagome, ho avuto una sensazione da brividi, nonostante le onde che mi cullavano. L’istinto mi ha detto di rientrare, di avvisarli al più presto. Dietro di loro, nella pineta che abbraccia la spiaggia, una colonna di fumo nero e fiamme che riuscivo a vedere nitidamente dal mare.

Risalita a riva, ci siamo guardati attorno. Il fuoco avanzava, il cielo assumeva colori surreali, ombre inquietanti attraversavano la sabbia trasportate dal Libeccio che spingeva sempre più avanti queste fiamme.

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