Perchè bisogna saper lasciare andare

E’ finita la nostra avventura in India. L’abbiamo lasciata alle spalle, ma solo per modo di dire; è ancora troppo violentemente dentro di noi, continua a parlarci, continua a mostrarsi. Forse ora più che mai.

matrimonio bambini

“Dopo che avrete visto e vissuto in India, il resto sarà una passeggiata”, in tanti ci hanno detto questo. E se è vero che dopo Mumbai Bangkok è stata veramente una passeggiata, sotto altri punti di vista, in Thailandia non è così semplice vivere la quotidianità, trovare un modo per apprezzare appieno le sue meraviglie.

Perchè? Perchè l’India sta pervadendo ogni pensiero. Parlo per me, ma credo di poter parlare anche a nome di Ale e dei bimbi, che continuamente estraggono ricordi, sensazioni, immagini, visioni. Continuamente c’è la parola Mysore sulle labbra di Ines, continuamente ci sono paragoni e difficilmente ci si lascia andare al presente.

E così voglio ricordarla, voglio salutarla, perchè altrimenti rischio di non vivere ciò che ora sto vivendo, nella terra del SORRISO. Bisogna imparare a lasciar andare.

NINNI E L'HAMMAM

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L’Ultima Spiaggia

Oggi è successo qualcosa a cui non avevo mai assistito.

Ho gli occhi arrossati, fatico a tenerli aperti. Bruciano; ma ancora di più bruciano il senso di impotenza, il senso di vergogna e la tristezza profonda che serpeggiano avvolti da questo odore di fumo che ancora mi porto addosso.

Oggi era una bellissima giornata di sole e cielo blu. Un Libeccio un po’ prepotente, ma piacevole in riva al mare.

Per la prima volta quest’estate ho trovato un’acqua cristallina e mi sono tuffata. Ho nuotato, nuotato sempre avanti, noncurante delle grida dei bimbi che, ogni volta che mi allontano, iniziano a urlarmi di rientrare a riva.

Quando mi sono fermata e ho rivolto lo sguardo alla spiaggia per scorgere la loro sagome, ho avuto una sensazione da brividi, nonostante le onde che mi cullavano. L’istinto mi ha detto di rientrare, di avvisarli al più presto. Dietro di loro, nella pineta che abbraccia la spiaggia, una colonna di fumo nero e fiamme che riuscivo a vedere nitidamente dal mare.

Risalita a riva, ci siamo guardati attorno. Il fuoco avanzava, il cielo assumeva colori surreali, ombre inquietanti attraversavano la sabbia trasportate dal Libeccio che spingeva sempre più avanti queste fiamme.

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E se tutto attorno, improvvisamente, cambia

Siamo arrivati a Sud.

Abbiamo preso una direzione che non avremmo voluto prendere, ma che inevitabilmente la vita ti chiama a percorrere.

Sono stati, e sono, giorni in cui la nostra famiglia ha dovuto prendere decisioni molto importanti, perchè un giorno, una sera, è arrivato il momento del compito in classe a sorpresa, prendendo a prestito questa espressione dal nostro amico viaggiatore Claudio di TripTherapy.

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Gli Svarvugliati devono ritrovare la bussola e inseguire una stella.

A Bologna c’è una nostra carissima amica che oggi compie gli anni e che ci chiama affettuosamente gli svarvugliati. Non so bene che dialetto sia, e se di dialetto si tratti. Non ha una facile traduzione la parola svarvugliato, corrisponde più a un insieme di atteggiamenti e di modi di vivere, a un certa sorridente disorganizzazione interna e a un caotico ordine esteriore. Essere svarvugliato è un po’ come essere slegato da tutto ciò che è apparentemente normale; gli svarvugliati di solito sono un po’ incoscienti, giocano leggermente d’azzardo con le faccende della vita, si scontrano con cose più grandi di loro senza per forza entrare nel panico. Esiste una sorta di tranquillità interiore negli svarvugliati, tranquillità che permette loro di vivere apparentemente un po’ fuori dal mondo, apparentemente in modo illogico, ma, in fondo, con una loro coerenza.

Noi svarvugliati, oggi, quattro febbraio, ci troviamo a Chiang Mai nel Nord della Thailandia, patria del Sorriso.

chi lando of smile

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