VIAGGIARE CON BIMBI PICCOLI

Aver scelto di viaggiare con bimbi così piccoli può sembrare una follia.

Come dico sempre, il coraggio è di chi  rimane a casa a vivere (davvero come un eroe)  ogni singolo giorno di vita quotidiana in città. Conosco la complessità e lo stress del lavoro-scuola-corsi-casa-pasti-etc……

Noi siamo coraggiosi, ma anche molto molto fortunati.

Detto questo, viaggiare con dei bimbi è molto più semplice di quanto possa sembrare.

Dipende molto da come sono abituati a casa, e comunque, in ogni caso, il viaggio serve proprio per imparare a trasformare le abitudini.

Ci sono però dei punti che finora, ritengo siano davvero preziosi per poter vivere un’esperienza davvero costruttiva per tutti.

1.     LA RESPONSABILITA’ 

I nostri figli, da sempre, sono sempre stati molto responsabilizzati: riordinano, sparecchiano, apparecchiano, mettono i loro vestiti a posto, organizzano i loro materiali e spesso aiutano nella gestione della casa, degli spostamenti,  della spesa. I più grandi aiutano i più piccoli, dal bagno al vestirsi, al mettersi le scarpe…

In casa sanno dove sono tutti gli oggetti, dagli utensili della cucina agli attrezzi, dai detersivi all’organizzazione dei materiali creativi.

C’è un lavoro d’equipe, sarebbe impossibile vivere in sei senza questo tipo di collaborazione.

Questo è molto importante, anche e soprattutto in viaggio quando la responsabilità d’ognuno deve diventare massima nei confronti di se stesso e degli altri membri della famiglia.

La responsabilità li fa sentire sicuri dei loro mezzi e delle loro possibilità. Ovvio che devono essere responsabilità adatte all’età e al bimbo in questione.

Ines, ad esempio, è iper-responsabile, tende (e tendiamo) a darsi troppe responsabilità e a sentirsele addosso in maniera eccessiva. In fondo è una bambina ed è giusto che la maggior parte non pesino sulle sue spalle, non dimentichiamo mai che le responsabilità sono sempre in primo luogo degli adulti.

Quindi ci vuole sempre buonsenso e soprattutto flessibilità mentale nell’affidare certe responsabilità ai bambini. Chi ne ha più bisogno perché naturalmente tende a sfuggirne, chi invece deve essere sgravato un po’ di più per i motivi opposti.

In ogni caso è importante che noi adulti sappiamo dare ai bimbi le responsabilità che sanno gestire e che li facciamo sentire coinvolti nell’organizzazione, nella preparazione, nella gestione della vita quotidiana…deve essere un gioco, quando hanno tre anni come Vinicio, ma può essere un insegnamento quando hanno otto anni come Ines. Imparare a districarsi nel mondo, saper prevedere un minimo le situazioni, sentirsi sicuri perchè si sta capendo ciò che succede è davvero prezioso in viaggio.

I bimbi che si sentono coinvolti e importanti in ciò che ruota attorno a loro sanno essere responsabili.

lavaggio piatti sabbia

2.     LO SPAZIO ATTORNO, RELATIVIZZARSI

Si deve imparare a gestire lo spazio attorno, soprattutto nelle grandi città.

Guardare la propria posizione nello spazio, consapevoli che ci sono persone attorno, macchine, animali. Sembra facile a dirsi, ma i bambini hanno dovuto imparare a relativizzarsi. Non ci sono solo loro al mondo, in tutti i sensi. L’esempio più lampante è uscire dalla metro e bloccare involontariamente il flusso degli altri che escono. Molto più delle parole, serve l’esperienza. Relativizzarsi vuol dire stare attenti a quello che c’è fuori di noi, mettendolo dentro.

Non è facile per un bimbo, e parlo sempre di bimbi dai tre agli otto anni, capire che loro non sono tutto. A questa età, più si è piccoli e più si amplifica, non c’è la percezione chiara dell’altro da me. E’ come se l’Io, l’essere del bimbo, fosse ancora proiettato in tutto ciò che lo circonda, come se fosse dappertutto, anche nelle altre persone. E questo fa si che non ci si renda conto che lo stare in mezzo agli altri presuppone il sapersi relativizzare.

notte2

 3.     L’EDUCAZIONE E IL RISPETTO

Come genitori abbiamo ricevuto tutti e 2, negli anni ’70-’80 una educazione autoritaria (Io, sono stato addirittura in collegio per mia ferma volontà – Alessandro). Nel senso che per essere apprezzati dovevamo somigliare a dei modelli accettati di comportamento: studia, sta seduto per bene, mangia come si deve, comportati bene con gli altri, saluta, ringrazia e chiedi come sta. Tutto normale se non che questo frutto che noi siamo è amaro. Siamo uniformi, borghesi piccoli piccoli e senza senso critico: di questo ci siamo posti il problema ed educhiamo spesso automaticamente secondo quanto appreso. Abbiamo e stiamo cercando oggi di non riversare continue sciocchezze nelle loro orecchie, nessuna imposizione stupida, nessuna coercizione insensata proprio per evitare di trasformarli in “bambini automatici”. Come Noi.

C’è chi è naturalmente portato a seguire, chi a guidare, chi altri a seguire autonomamente la propria strada: questo non ha importanza, noi vorremo solo offrire ai nostri figli degli strumenti che li rendano liberi. L’essere Libero è una pratica difficilissima, soprattutto oggi.

Libero rispettando gli altri e tracciando un limite oltre il quale questo rispetto non deve andare. È una questione soggettiva, questa storia del limite. Rispetto non vuol dire chinare la testa davanti a qualcosa che si pensa sia ingiusto o insensato. Rispetto vuole dire non invadere gli altri, rispettarne le propensioni e le libertà. Per fare tutto questo è necessaria la conoscenza appunto, per pensare liberamente ed autonomamente. Come disse Godard – Si salvi chi può, la vita!

NORME PER LA MOSCHEA

4.     IL DIVERTIMENTO E LA LEGGEREZZA

Nei mesi di organizzazione del viaggio ci è capitato spesso di sottolineare ai nostri figli i pericoli che avremo affrontato e l’attenzione che tutti avremo dovuto avere. A volte abbiamo fatto, anche inconsciamente,  troppa violenza. I bambini invece sono pronti ad affrontare ogni cosa, molto più semplicemente di noi adulti.

Saper sdrammatizzare le situazioni, soprattutto nei momenti critici, è spesso un ottimo strumento per rompere la tensione e ritrovare fiducia. A volte vedo i miei figli che aiutano i loro fratelli durante una discussione proprio sdrammatizzando, cercando di far sorridere il fratello “sotto torchio”.

5.     LE EMOZIONI

miranda pensierilacrime ninni 

Spesso le emozioni in viaggio diventano più dirompenti, gli argini si sciolgono e le emozioni scorrono come miele.

 

to be continued…stay tuned

6.     LA CONDIVISIONE DEGLI INTENTI

 

 

7.     LA PARTECIPAZIONE COME DIRITTO E DOVERE

 

 

 

8.     L’ONESTA’

 

 

9.     L’INATTESO E LA SORPRESA

 

 

10.  CREARE LEGAMI E PONTI AFFETTIVI

 

 

Lascia un commento